10 maggio 2010

Mi chiamo Guido, creo problemi

di Marco Travaglio

Un anno fa Guido Bertolaso era l’Uomo della Provvidenza, in condominio con l’amico Gianni Letta. Un santo laico. E davanti a San Guido tutti si scappellavano deferenti. Uno dei tanti lecchini del Geniale di Feltri, subito dopo il terremoto, lo salutava così: “Bertolaso è un unicum, come lui nello Stivale non c’è nessuno. L’uomo dei disastri, l’eroe della protezione civile, il pronto intervento nelle catastrofi, lo sbroglia-pericoli… Bertolaso è organizzatore, soccorritore, solutore, consolatore. Emergenza rifiuti? Arriva Bertolaso. Emergenza incendi? Ancora lui. Emergenza tsunami? Sempre lui. Emergenza terremoto? Immancabilmente lui, con i suoi occhi seri, la voce rassicurante. L’Italia ha trovato il vero Uomo della Provvidenza”. Risolveva catastrofi, o almeno così pareva. Oggi le crea. E’ sempre l’uomo dei disastri, ma nel senso che li combina lui. Ogni volta che apre bocca, si apre una voragine peggiore di qualsiasi calamità naturale e, fatta la conta dei danni, deve intervenire il ministro Frattini Dry a metterci una toppa, dissociandosi a nome di tutto il governo, prima che qualche paese straniero ci dichiari guerra.

In quest’ottica Bertolaso è ancora molto utile: serve a giustificare la presenza di Frattini, questo pelo superfluo del governo Berlusconi. Dà un senso, una ragione di esistere all’altrimenti inesistente Frattini. Il quale poi, una volta rimediato alla catastrofe bertolasa, svanisce, sfuma, si dissolve lentamente come un Poltergeist. L’altro giorno un cronista del Giornale chiama San Guido per un commento sull’assegno da 25 mila euro staccato dal solito Anemone per sua moglie architetto, appena scoperto dagli inquirenti di Perugia. A quel punto il sottosegretario convoca una conferenza stampa a Palazzo Chigi e gioca d’anticipo. Si crede molto furbo: ora ve lo faccio vedere io di cosa son capace. E svela lui stesso che, ops!, si era dimenticato di quell’assegnino da 25 mila euro staccato da Anemone alla sua signora. Ma è tutto regolare: “Mia moglie, professionista in giardini, ebbe lavori da Anemone per il Salaria Sport Center, ma fece solo studi preliminari e ricevette 25 mila euro, regolarmente fatturati”.

Una “rivelazione” che fa a pugni con il solito ritornello, ripetuto anche l’altro giorno: “Non credo di aver mai mentito agli italiani, credo di avere la coscienza pulita”. Ecco: lui crede. In realtà, se non ha mentito, certo ha omesso. Non aveva mai detto che suo cognato, architetto Piermarini, vinceva appalti per le bonifiche ambientali alla Maddalena finchè la cosa non è emersa dall’inchiesta di Firenze. Non aveva mai detto che Anemone gli fece “dei lavoretti in casa per tapparelle e armadi”, pagati con assegno, finchè non l’hanno scoperto i magistrati. Non aveva mai detto che, con tutti i centri massaggi esistenti a Roma, lui si faceva massaggiare proprio nel Salaria Sport Village di Anemone e Balducci, finchè non l’hanno scoperto i magistrati. Intanto Anemone faceva man bassa di appalti pubblici nella Protezione civile. Conflitti d’interessi? Figuriamoci. Il Piermarini è il più bravo nelle bonifiche, “mica vorremo costringerlo a lavorare all’estero solo perché è mio cognato!”.

La signora Bertolaso è la più brava nel ramo giardini & affini, mica vorremo penalizzarla per la sua parentela. Monica la brasiliana è la più brava nei massaggi alla cervicale, come ti “sconocchia” lei non ti sconocchia nessuno, non vorremo mica sminuire la sua professionalità. San Guido ha riempito la Protezione civile di grassatori, tutti attualmente al gabbio, ma lui che ne poteva sapere: erano i più bravi grassatori sul mercato e “Balducci era gentiluomo di Sua Santità”. Addirittura. Poi la simpatica battuta sulla sua Monica e quella di Clinton, che riapre la voragine - spalancata ad Haiti e faticosamente chiusa da Frattini - col segretario di Stato Usa e l’amministrazione Obama. A proposito: chi danneggia l’immagine internazionale dell’Italia? Sabina Guzzanti, of course.

da Il Fatto Quotidiano del 9 maggio 2010

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