13 aprile 2010

Berlusconi: mondo senza armi nucleari speranza di tutti

''Grati a Usa e Russia per firma Start 2''

WASHINGTON - La "visione di un mondo senza armi nucleari" avanzata da Stati Uniti e Russia con la firma del trattato Start 2 rappresenta "una speranza per tutti noi, per i nostri figli e le generazioni future". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al summit sulla sicurezza nucleare oggi a Washington rivolgendosi al presidente Usa Barack Obama e a quello russo Dmitri Medvedev. "Credo che tutto il mondo vi sia grato per quello che siete riusciti a fare. Complimenti e andiamo avanti così", ha aggiunto.

"Come sapete il mio Paese non ha armi nucleari, ma è stato un italiano a scoprire la possibilità di ricavare energia dall'atomo" ha aggiunto Berluscon citando Enrico Fermi. "L'Italia era all'avanguardia anche nella costruzione degli impianti nucleari per l'uso civile. Nel '64 avevamo tre centrali completamente funzionanti''. Ma dopo il disastro di Chernobyl un referendum popolare ha deciso la chiusura e lo smantellamento degli impianti. Ora - ha proseguito Berlusconi - 25 anni dopo il mio governo ha potuto approvare un nuovo programma di costruzione di centrali".

"Il problema della preservazione dei materiali radioattivi sarà sempre più grande perché sempre di più saranno i protagonisti che dispongono di fonti di energia nucleare e materiale atomico" ha detto ancora il premier italiano nel suo intervento al summit sulla sicurezza nucleare. "Per questo motivo credo - ha aggiunto - che convocare questo vertice sulla sicurezza sia stato giustissimo". Secondo Berlusconi, la diffusione dell'uso civile di materiale atomico aumenta "il rischio della diversione di questi prodotti per finalità illegittime".

"Ho sempre inseguito come primo obiettivo l'accordo" tra Stati Uniti e Russia, due potenze atomiche con arsenali in grado di distruggere "dieci volte" la popolazione mondiale ha continuato Berlusconi rinnovando il suo "plauso all'accordo tra il presidente della Federazione russa e 'tu' - ha detto il presidente del Consiglio rivolgendosi a Barack Obama - siglato qualche giorno fa per la riduzione del numero di armi nucleari". "Io - ha spiegato Berlusconi davanti alla platea di oltre quaranta capi di Stato e di governo - probabilmente qui sono il più vecchio come età e come ruolo politico. E sono della generazione che ha vissuto per 50 anni sotto l'incubo della Guerra Fredda e di due arsenali nucleari che potevano ciascuno distruggere dieci volte la popolazione del mondo".
"Poteva succedere una follia, un incidente, qualcosa che scatenasse questa distruzione. Quando ho cominciato a fare politica, e per tre volte sono stato presidente del G8 - ha ricordato - ho sempre inseguito come prima cosa l'accordo tra le potenze che avevano questi arsenali. Sono stato il primo ad invitare Eltsin nel '94 e poi c'é stata Pratica di Mare", con la creazione del Consiglio Nato-Russia. Infine, ha concluso Berlusconi, "ho avuto la fortuna che Obama e Medvedev si incontrassero a Mosca due giorni prima del G8 dell'Aquila", preannunciando l'accordo sul Trattato Start 2.


OBAMA: UNA CATASTROFE SE AL QAIDA AVESSE NUCLEARE - Barack Obama ammonisce che sarebbe una catastrofe per il mondo se Al Qaida entrasse in possesso di armi nucleari, secondo le anticipazioni del suo discorso al summit di Washington sulla sicurezza nucleare. Obama sostiene che i rischi di un confronto nucleare sono diminuiti nel mondo post-Guerra Fredda ma la minaccia di un attacco terrorista è aumentata a causa della proliferazione di materiale nucleare non protetto in modo adeguato.
Il secondo summit sulla sicurezza nucleare si svolgerà in Corea del Sud nel 2012 ha annunciato Obama.

H.CLINTON INCONTRA ALTRI MEMBRI 5+1

- Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha incontrato ieri sera gli altri rappresentanti dei paesi del gruppo 5+1 per discutere le sanzioni nei confronti dell'Iran, si e' appreso oggi. L'incontro e' avvenuto in margine ai lavori del summit sulla sicurezza nucleare in corso da ieri a Washington.

CINA FRENA USA, SANZIONI NON RISOLVONO
(di Beniamino Natale)
PECHINO - Una portavoce cinese ha riconfermato oggi che la Cina sostiene la via diplomatica per la soluzione del problema del programma nucleare iraniano, pur non escludendo le sanzioni. La riaffermazione della nota posizione della Cina da parte della portavoce governativa Jiang Yu ha raffreddato gli entusiasmi sorti ieri dopo l' incontro tra il presidente americano Barack Obama e quello cinese Hu Jintao. Funzionari americani avevano affermato che in seguito alle discussioni tra Obama ed Hu a margine del summit sulla sicurezza nucleare a Washington, la Cina era pronta ad appoggiare sanzioni severe contro Teheran, come proposto dagli Usa. "Noi pensiamo - ha detto Jiang in una conferenza stampa a Pechino - che le azioni merito del Consiglio di sicurezza dell' Onu debbano portare ad una appropriata soluzione della questione del nucleare iraniano attraverso il dialogo ed i negoziati". "La Cina - ha proseguito - sostiene la strategia del doppio binario e ha sempre pensato che il dialogo ed i negoziati siano i canali ottimali per arrivare ad una soluzione". Per "strategia del doppio binario" si intende l' uso di un sistema di incentivi in caso di accordo e di sanzioni in caso di resistenza da parte dell' Iran alle proposte che tendono a rendere trasparente il suo programma nucleare civile, che gli occidentali temono nasconda la costruzione di ordigni atomici. La frase attribuita dall' agenzia Nuova Cina al presidente Hu Jintao che ha fatto pensare ad un mutamento di rotta di Pechino é probabilmente quella nella quale ha affermato che "Cina e Stati Uniti hanno gli stessi obiettivi nella vicenda del nucleare iraniano".
Teheran è stata pronta a smentire l' interpretazione americana della frase di Hu. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano Ramin Mehmanparast ha sostenuto infatti che essa non rappresenta "un' approvazione della posizione degli Usa e delle loro ingiuste azioni". "La nostra interpretazione - ha aggiunto senza fornire ulteriori chiarimenti - è diversa".

La Cina è una dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell' Onu (gli altri sono Usa, Russia, Gran Bretagna e Francia) che, con l' aggiunta della Germania, formano il cosiddetto gruppo 5+1 che tratta con l' Iran. Diplomatici che partecipano ai negoziati hanno rilevato nei giorni scorsi che la Cina non sembra convinta in particolare del divieto di investimenti stranieri nel settore iraniano dell'energia, una delle proposte dei fautori di nuove e severe sanzioni all' Iran. Pechino e Teheran hanno stretti rapporti economici e politici e nel 2009 l' Iran è stato il terzo fornitore di petrolio della Cina dopo Arabia Saudita ed Angola.

Fonte: ansa.it

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