Il senatore dell'Udc, condannato a sette anni per favoreggiamento di mafiosi e ora di nuovo imputato, è atteso al processo per concorso esterno in associazione mafiosa su un'auto blindata con due poliziotti di scorta
Al processo per concorso esterno in associazione mafiosa, che si apre il 15 aprile a Palermo, Totò Cuffaro è atteso su un'auto blindata con due poliziotti a bordo.
Il senatore dell'Udc, che dovrà rispondere alle accuse dei pm antimafia Francesco Del Bene e Nino Di Matteo, dal 17 luglio 2001 (giorno dell'elezione a presidente della Regione Sicilia), è scortato: una misura di protezione che dalle tre auto e sette agenti è stata via via ridotta dopo le dimissioni del 26 gennaio 2008 a seguito del verdetto per le 'talpe' a palazzo di giustizia di Palermo.
Per il sindacato di polizia Silp-Cgil è "un paradosso" che lo Stato protegga un politico condannato a sette anni per favoreggiamento di mafiosi e ora di nuovo imputato. In aula, tra l'altro, si parlerà di un verbale del pentito Maurizio Di Gati: in vista di un incontro con alcuni boss agrigentini, Cuffaro avrebbe detto: "Un viniti all'ufficio di presidenza" ("Non venite alla presidenza") ma a casa mia perché "haiu li sbirri appriessu e non mi puozzu arriminari tantu assai" ("Ho gli sbirri che mi scortano e non mi posso muovere molto").
http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2124902
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12 aprile 2010
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