17 aprile 2010

EMERGENCY IN PIAZZA

MANIFESTAZIONI. Oggi alle 14:30, a Roma (San Giovanni), migliaia di persone chiedono la liberazione dei tre operatori della Ong arrestati in Afghanistan. L’ambasciatore italiano li ha visitati ieri: «Stanno bene».

Alle quattro di pomeriggio di ieri erano 347.564 le adesioni all’iniziativa “Io sto con Emergency”, raccolte sul sito dell’ong. Oggi, alle 14:30, sono attese nella capitale centinaia di migliaia di persone che dalla Valle d’Aosta alla Sicilia attraverseranno il Paese per chiedere la liberazione di Matteo, Marco e Matteo. Sgraditissime sono le bandiere e i simboli di partito: «Non interverranno politici» specifica il fondatore di Emergency Gino Strada.

Per solidarizzare l’associazione suggerisce di portare solo uno «straccio bianco» come segno di pace. «Abbiamo dovuto spostare la manifestazione da Piazza Navona a Piazza San Giovanni», ha spiegato Maso Notarianni, responsabile della comunicazione della Ong che da sabato scorso segue con il fiato sospeso il destino dei suoi tre operatori arrestati con l’accusa di cospirazione ai danni del governatore della regione afgana dell’Helmand. I tre, secondo le autorità locali che hanno fatto irruzione nell’ospedale di Lashkar Gah, sono inoltre responsabili di aver detenuto nella struttura ospedaliera «esplosivi e armi da guerra».

Trasferiti a Kabul giovedì scorso, ieri il chirurgo Marco Garatti, l’infermiere Matteo Dell’Aira, e il logista Matteo Pagani sono stati visitati in una struttura nelle prossimità della capitale dall’inviato speciale della Farnesina, Massimo Attilio Iannucci, e dall’ambasciatore italiano a Kabul, Claudio Glaentzer, che hanno constatato le buone condizioni di salute dei nostri concittadini, che non hanno però ancora incontrato il loro legale designato da Emergency. Nella puntata di Annozero di giovedì scorso la compagna di Matteo Dell’Aira ha dichiarato che fino a quel momento le uniche notizie che aveva avuto erano state trasmesse da Emergency e non dal ministero Esteri.

Dubbi sulla posizione del governo, che si sta muovendo senza ottenere molti risultati, sono aumentati nel corso dei giorni, fino allo sfogo, ieri, della presidente della Ong, Cecilia Strada. «Abbiamo cercato di parlare con il premier Silvio Berlusconi – ha detto -, ma fino ad ora (ieri mattina ndr) non ci ha risposto». Il capo del governo ha inviato una lettera al presidente afgano Hamid Karzai, la cui segreteria ha affermato di averla ricevuta. Lo stato d’ansia è forte, vista l’incertezza della loro condizione, mentre non sono state ancora formalizzate le accuse.

Lo stato di fermo in Afganistan può durare fino a 15 giorni e poco rincuorano le parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa «C’è da ritenersi fortunati se di 15 si trattasse veramente - ha detto-. Nel Paese ancora non c’è un’applicazione rigorosa della giustizia». L’Afghanistan divenuto improvvisamente sovrano che arresta e applica le proprie leggi a degli operatori stranieri non convince molto Gino Strada. Il fondatore di Emergency accusa gli inglesi, che controllano la regione dell’Helmand, di aver supportato gli afgani nel blitz dentro la struttura ospedaliera, ormai chiusa da tre giorni.

I britannici per il momento tacciono in attesa, forse, che il governo italiano «chieda conto» in maniera ufficiale. Almeno questa è la richiesta del fondatore di Emergency che sarà ripetuta anche oggi da piazza San Giovanni.

Fonte: http://www.terranews.it/news/2010/04/emergency-piazza

Condividi

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento