15 aprile 2010

Il Papa e i suoi seguaci.

di Simone Bellis

In questi giorni si è sentito più o meno di tutto sulla Chiesa cattolica, ma si è mancato il punto della situazione.

I vertici ecclesiastici hanno parlato di "attacchi alla Chiesa".
Non è così. Innanzi tutto non sono attacchi, ma sono state contestate delle responsabilità penali.

In ultimo, ma importantissimo, le accuse sono mosse a persone specifiche, in maggior parte alla figura di Benedetto XVI, sia per il suo operato precedente all'investitura papale, sia come vertice massimo dell'organizzazione responsabile degli abusi.
Il problema infatti non è soltanto il reato in sé, che per quanto odioso è perlopiù responsabilità del singolo, ma la copertura dei crimini commessi, allo scopo di salvaguardare l'immagine della Chiesa.

Questo insabbiamento non ci sarebbe stato se non si fosse ritenuto politicamente utile proteggere l'istituzione dai danni mediatici.

In ultima analisi esistono quindi responsabilità oggettive, accuse a individui specifici. Tirare in ballo l'intera comunità cattolica è il tentativo di attuare una difesa estrema, confondendo l'operato e la credibilità di alcuni con un giudizio che dovrebbe ricadere sull'intera struttura.


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