12 aprile 2010

Un referendum contro le riforme


Intervista de Il Fatto Quotidiano ad Antonio Di Pietro

IlFatto: Onorevole Di Pietro, allora avete deciso di depositare il referendum sul legittimo impedimento?
Antonio Di Pietro: La legge verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale oggi o domani. E noi martedì depositeremo in Cassazione il referendum con un quesito molto secco: “Volete abrogare la legge?”. E dunque, dal primo maggio al 20 luglio ci saranno 1000 banchetti in tutta Italia per raccogliere le firme contro il Lodo Berlusconi-Napolitano.

IlFatto: A proposito di Napolitano: lei questa volta si è astenuto dalle critiche molto dure fatte in altri momenti contro il capo dello Stato. È il segno di un cambio di strategia politica?
Antonio Di Pietro: È pragmatismo per arrivare all’obiettivo senza dare modo ai soloni dell’informazione di spostare l’obiettivo, nascondendosi dietro l’ipocrisia dell’inattaccabilità del presidente della Repubblica per criticare il dito e non guardare la luna. E dunque, invece di entrare in una continua discussione su cosa doveva fare o non doveva fare Napolitano preferiamo spiegare agli italiani perché non condividiamo questa legge. Preferisco dire che si tratta di un provvedimento incostituzionale e immorale, ed è una porcata, per usare un termine introdotto nel “vocabolario giuridico” da Calderoli. Chiunque l’abbia fatta.

IlFatto: La maggioranza ha parlato di legge ponte che durerà per 18 mesi, fino a quando non ci sarà una riforma costituzionale...
Antonio Di Pietro: Ma non sta scritto da nessuna parte che tra 18 mesi si arriverà alle modifiche costituzionali, che hanno bisogno di una maggioranza parlamentare dei due terzi. Noi con la raccolta delle firme vogliamo convincere l’opposizione a non fare Ponzio Pilato di fronte a questo referendum e votare contro. Perché il cavallo di Troia di Berlusconi è arrivare alla modifica dell’articolo 68 della Costituzione, assicurando l’impunità ai parlamentari. Per questo, contiamo di arrivare a un milione di firme.

IlFatto: Ma non c’è un modo per cercare e trovare un accordo con il resto dell’opposizione anche sul referendum?
Antonio Di Pietro: Abbiamo cercato e continuato a cercare tutti i giorni il confronto con l’opposizione. È il solo modo per costruire l’alternativa, non solo sul piano numerico, ma politico. Quando si è tentato di farlo solo a livello numerico, con il governo Prodi, è finito male. Però, scottano ancora certi voti dati in Parlamento per la non autorizzazione a procedere. Rischiamo la nostra alleanza, ma dobbiamo migliorare la specie.


IlFatto: Ma dentro al Pd ci sarà qualcuno con cui è più facile dialogare...

Antonio Di Pietro: Prima l’Idv era considerato un brutto anatroccolo, ora siamo il secondo partito d’opposizione. È una forza politica che acquista sempre più credibilità: siamo quelli che danno il passo. E tra i Democratici ci sono tante realtà che si stanno avvicinando a noi. Anche se non voglio fare nomi per non spaccare ulteriormente il partito. Basti dire che non tutti sono d’accordo con l’idea di scendere a compromessi col governo Berlusconi. Lo stesso segretario del Pd, Bersani ha messo i paletti alle riforme, fino a poche ore fa escludendo di voler aprire. Adesso, deve rinunciare ad andare ad Arcore, ove mai fosse invitato: perché gli inviti a Berlusconi sono come la mela di Eva.

IlFatto: Qual è il punto di mediazione?
Antonio Di Pietro: La costruzione del programma. E comunque, non c’è bisogno di andare alla ricerca del Pd, perché sia noi che loro siamo convinti che la legge sul legittimo impedimento sia una porcata. Loro si limitano a dirlo e a prenderne atto. Noi ci attiviamo. Non abbiamo bisogno di avere l’avallo del Pd. Noi andiamo avanti come treni. E il primo maggio apriamo la stagione referendaria di raccolta firma.

IlFatto: Quali sono i quesiti in questione?
Antonio Di Pietro: Abbiamo già depositato i quesiti contro le centrali nucleari e la privatizzazione dell’acqua. E ora presenteremo quello per abolire il legittimo impedimento.

Condividi

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento