16 marzo 2010

Il “messaggio devastante” dell’UDC.

di fabio Chiusi

Il 6 marzo il governo, per rimediare al “pasticciaccio brutto” nel Lazio e in Lombardia, ottiene la firma del presidente Napolitano sul famigerato dl salva liste. Il giorno seguente, dalle colonne de La Stampa, Pierferdinando Casini tuona:

Riammettere le liste del Pdl in Lazio e Lombardia per decreto dà al Paese un messaggio devastante. L’idea che le regole valgano solo per i più deboli e non per i più forti. I cittadini fanno la fila per un concorso pubblico e le regole devono rispettarle. Ora c’è qualcuno che ti passa davanti in Ferrari, senza neanche aver compilato il modulo.

E aggiunge

[...] in quello che è accaduto oggi c’è qualcosa di catastrofico. La mancanza di qualsiasi umiltà e serenità, il non aver immaginato neanche vagamente che si potesse chiedere scusa dei pasticci combinati. Mi ha colpito l’incapacità di ammettere le proprie responsabilità voltata in protervia, l’arroganza di affermare, forti dei propri errori, quello che non è un diritto, ma al massimo un atto di cortesia da chiedere agli avversali politici.

Uno scenario non abbastanza catastrofico, tuttavia, da giustificare una nutrita presenza in Aula quando si tratti di approvare le pregiudiziali di costituzionalità che avrebbero potuto bloccare l’iter parlamentare del decreto. Come racconta il deputato dell’Idv Massimo Donadi, infatti,

al momento del voto, mentre tutti i deputati di Italia dei Valori erano presenti, ed anche tra le fila del Pd si registravano soltanto 3 assenti su più di 200 deputati, ben metà dei deputati dell’Udc non era presente in Aula. Per l’esattezza hanno votato soltanto in 22 su 39.

Visto che la bocciatura è arrivata per una differenza di 13 voti (272 a 259 per la maggioranza), si capisce come i 17 assenti tra le fila del partito di Casini avrebbero potuto determinare un ribaltamento dell’esito. Donadi fa nomi e cognomi, e ritengo sia buona prassi riportarli anche qui: Vietti, Buttiglione, Binetti (guarda chi si rivede), Bosi, Cesa, Cera, Ciocchetti, Delfino, De Poli, Galletti, Libè, Mondello, Pezzotta, Pisacane, Poli Nedo, Zinzi. Oltre allo stesso Casini.

Che, ne sono certo, rammenterà le parole pronunciate nella già citata intervista, e che dovrebbero distinguere il suo partito da quello del premier:

Berlusconi avrebbe dovuto dire agli italiani, ai suoi elettori: scusate, abbiamo sbagliato. E invece ha accusato gli altri [...].

Vedremo se l’ex presidente della Camera sarà in grado di rispettare almeno questa (oramai inutile) convinzione. A meno che non sia lui a voler mandare l’ennesimo “messaggio devastante” al Paese.

Fonte: http://ilnichilista.wordpress.com/2010/03/16/il-messaggio-devastante-delludc/


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