13 marzo 2010

Londra: 4 parlamentari finiscono in gabbia.

Sono sotto processo perché accusati di aver rubato sulle note spese, ma il loro avvocato invoca l'immunità parlamentare.

di Giulia Alliani (osservatoriosullalegalita.org)

Quattro parlamentari alla sbarra: nel Regno Unito insistono a definirlo processo per furto, ma, in Italia, sappiamo bene che si tratta di guerra tra magistratura e politica. A Londra, nell'ambito dello scandalo per i rimborsi spese gonfiati, il loro caso era stato giudicato più grave e complesso di quello delle centinaia di colleghi del Parlamento ai quali e' stato semplicemente intimato di restituire le somme non dovute. Per i quattro erano stati ravvisati gli estremi per un'incriminazione da parte della Pubblica accusa e dunque, come previsto, nel primo pomeriggio dell'11 marzo, prima i tre laburisti e poi un lord conservatore, si sono presentati davanti alla Magistrates' Court della City of Westminster. per rispondere dei reati previsti alla sezione 17 della Legge sul Furto del 1968. Un'udienza brevissima, poco più' di una ventina di minuti, solo per declinare le proprie generalità' e dichiararsi innocenti e totalmente estranei alle accuse.

Prima dell'ingresso dei tre, il loro avvocato, Julian Knowles, si era rivolto al giudice Timothy Workman chiedendo un favore per i propri assisiti: che non venisse loro imposto di sedere nella gabbia degli imputati. "La normale procedura prevede che gli imputati siedano nella gabbia. Penso che dovrebbero andarci" ha risposto il giudice, tutt'altro che convinto della necessita' di adottare il trattamento speciale invocato dalla difesa. Ancora ignari della normale procedura, i parlamentari imputati, reduci dalla trionfale accoglienza ricevuta all'arrivo in tribunale, dove erano stati accolti dal pubblico al grido di "maiali!", "oink, oink" e "restituiteci i nostri soldi!", al loro ingresso, si dirigevano verso il centro dell'aula, per accomodarsi dietro agli avvocati, ma un usciere del tribunale li preveniva, facendo loro strada verso la gabbia, posta in un angolo.

L'avvocato Knowles, come preannunciato, ha invocato per i suoi assistiti l'immunità parlamentare, sancita dal Bill of Rights del 1689, specificando che essi non si considerano "al di sopra della legge", ma ritengono che, per non violare il principio della separazione dei poteri, le accuse loro rivolte dovrebbero essere sottoposte al vaglio del Parlamento e non discusse davanti ad un tribunale penale. Sul punto dovra' decidere un giudice della Crown Court. La prossima udienza e' stata quindi fissata per la fine di marzo di fronte alla Crown Court di Southwark.

Fonte: http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2455118&title=2455118

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