27 marzo 2010

La 'ndrangheta e i voti della candidata Idv


Genova, cena elettorale della Damonte: a volantinare Garcea, pregiudicato e legato al clan Macrì

di Sandra Amurri

A testimoniare la cena elettorale per la candidata dell’Italia dei Valori-Lista Di Pietro alle regionali in Liguria Cinzia Damonte, organizzata da Onofrio Garcea, legato alla famiglia della ‘ndrangheta Macrì, 60 anni, originario di Vibo Valentia, già condannato per droga e sotto processo per traffico di stupefacenti con la Turchia, ci sono le foto. Foto scattate dagli attivisti della Casa della Legalità di Genova che informati da una telefonata di uno degli invitati hanno prenotato un tavolo alla pizzeria "da Gerry" a Voltri. Pizzeria dove vi erano circa 60 persone, tra cui molti calabresi, ai quali Garcea presentava la candidata dell'Idv nella coalizione di Claudio Burlando (Pd).

Distribuiva il fac-simile della scheda elettorale con l'indicazione di voto per l'Idv e la Damonte, mentre la candidata ringraziava, stringendo mani e consegnando i suoi santini elettorali. La candidata Damonte da noi raggiunta al telefono senza battere ciglio, ha risposto: "Ho fatto molte cene, incontro molte persone, stringo molte mani ma non chiedo il loro certificato penale". Non crede che sia diverso da una cena organizzata per lei da uno legato a una famiglia di ‘ndrangheta?: "Deve parlare con il mio comitato elettorale, con il mio mandatario e se desidera farmi ancora domande mi invii una e-mail perché io non so chi sia lei" risponde irritata e riattacca.

Una candidata diffidente con i giornalisti ma non con chi è in odore di mafia e che dice di non conoscere come tutti finché non vengono scoperti nonostante ricoprano ruoli istituzionali. Il mandatario della Damonte, Enrico Zerbo si difende senza però voler dire chi ha organizzato la cena: "Il nome di quel signore non mi dice nulla. No, non sono in grado né di confermare né di smentire che fosse presente. Sarà stato uno dei tanti". Ma Garcea, titolare con i figli di diverse attività commerciali non era un invitato ma colui che aveva invitato i presenti. E che sia uno legato alla criminalità organizzata calabrese a Genova è un fatto noto.

Più volte arrestato, già finito nel rapporto della Guardia di Finanza per il filone d’inchiesta sul voto di scambio in cui, come scrivono gli attivisti de La Casa della Legalità "venne accertato che i rapporti tra gli esponenti della 'ndrangheta e la politica vedevano come punto di contatto Salvatore Ottavio Cosma divenuto nel frattempo responsabile regionale dipartimenti tematici dell'Italia dei Valori" in Liguria: "Le indagini tecniche hanno consentito di accertare che Cosma Salvatore fosse effettivamente in contatto con esponenti della malavita ed in particolare con Mamone Gino, Stefanelli Vincenzo, Malatesti Piero e Garcea Onofrio".

E dalle intercettazioni della Guardia di Finanza ordinate dal pm Francesco Pinto nel 2007 emerge che Garcea è sempre stato interessato alla politica. Allora il suo "preferito" era il leader dell’Udeur il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ma la Damonte, assessore all’urbanistica nel comune di Arenzano della giunta Gambino dal 2006, non sa nulla dei rapporti della Guardia di Finanza e delle intercettazioni che riguardano proprio il sindaco Pd che l’ha nominata e un funzionario del comune e tutta la rete degli imprenditori edili della famiglia mafiosa Mamone.

Il sindaco Gambino è coinvolto con un funzionario comunale Giampiero Lazzarini in quanto avrebbe operato con Mamone, anche lui ritenuto legato a famiglie mafiose e titolare della GE.Co, impresa di bonifiche e dell’immobiliare Sviluppo Peal, come indicata dalla DIA fin dal 2002 per rilevare l’area e gli impianti della ex fabbrica Stoppani. Gino Mamone chiama il sindaco affinché sostenga il suo progetto e il sindaco risponde: "Torno proprio ora da una riunione per spianarti la strada".

Poi da un altro telefono chiama il funzionario che definisce "firma-tutto" e gli dice che bisogna fare questa cosa con i Mamone. Ma la Damonte non sa nulla nonostante siano notizie pubblicate da Il Secolo XIX e oggetto di discussione anche in consiglio comunale. Indagine in cui ricorreva spesso il nome di Garcea assieme a quello di un dirigente del suo stesso partito l’Idv. Non sono troppe le cose che sfuggono all’attenzione dell’assessore candidata?

Ma chi è Cinzia Damonte? Trentasei anni, due figli, laureata, funzionario dell'Agenzia delle Entrate da cui è stata sospesa in via cautelativa a causa di un’ indagine interna. Prima di approdare all'Idv era nei Ds poi a Sel da dove è subito uscita a seguito dell’espulsione di un suo caro amico Paolo Masi, portavoce del sindaco Gambino (Pd) a seguito della scoperta della sua vera identità: Masi era in realtà Pasquale Esposito, campano, arrestato e condannato per traffico di armi. Burlando, come ci dice il suo portavoce, è impegnato in campagna elettorale. Mentre voce attendibili dicono che l’Idv discuterà del caso Damonte martedì. A urne chiuse.

Da il Fatto Quotidiano del 26 marzo


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