08 marzo 2010

La politica? Un tabù per un italiano su quattro

E uno su tre non ne parla. Secondo l'Istat si tratta di oltre 11 milioni di persone

ROMA - Il 23,3% della popolazione italiana di 14 anni e più non si informa mai di politica: si tratta, in valori assoluti, di quasi 4 milioni di uomini e di 7 milioni 847 mila donne. Il dato allarmante è stato diffuso stamane dall'Istat nel rapporto 'La partecipazione politica: differenze di genere e territoriali'.

L'Istituto di statistica certifica anche che il 60,7% delle persone di 14 anni e più si informa almeno una volta a settimana e il 35,9% ogni giorno. Parla di politica almeno una volta a settimana il 39,4%, ne parla solo occasionalmente il 26,2%, mentre non ne parla mai il 31,9%. Ci si informa, dunque, di politica più di quanto se ne parli. L'ascolto di dibattiti politici è meno diffuso e coinvolge il 23,6% della popolazione: solo 12 milioni di persone dichiarano, infatti, di aver ascoltato dibattiti politici almeno una volta nell'anno.

ITALIANI NON SI INFORMANO SU POLITICA PER SFIDUCIA - Circa due terzi di chi non si informa di politica (66,4%) sono motivati dal disinteresse, un quarto (24,8%) dalla sfiducia nella politica. Il 13,8% considera la politica troppo complicata e il 6,2% non ha tempo da dedicarvi. A sostenerlo è l'Istat nella rilevazione, diffusa stamane, sulla partecipazione politica. Le donne esprimono più degli uomini, tra le motivazioni, il disinteresse e il linguaggio troppo complicato; gli uomini più delle donne il non aver tempo e la sfiducia nella politica. La mancanza di interesse è particolarmente diffusa tra i giovani fino a 24 anni (oltre il 72%) indifferentemente tra maschi e femmine, mentre la sfiducia nella politica è crescente con l'età e raggiunge il massimo tra i 60-64 anni.

La mancanza di fiducia è relativamente più diffusa tra gli occupati (30,7%), specie se impiegati (38,6%) o operai (28,1%). Anche al crescere del titolo di studio aumenta la rilevanza della sfiducia e della mancanza di tempo (rispettivamente 30% e 11,5% tra i laureati), mentre il disinteresse ha un andamento opposto (è indicato dal 65,5% dei laureati e dal 67,7% di chi ha al massimo la licenza elementare). Tra laureati e diplomati i comportamenti maschili e femminili tendono a divenire meno divergenti, anche se il ritenere la politica argomento troppo complicato tra laureate e diplomate ha una rilevanza superiore che negli uomini.

Lo studio testimonia poi che il disinteresse per la politica è più diffuso al Sud. Quasi un terzo della popolazione non si informa di politica e il 71,9% non lo fa per mancanza di interesse. Oltre un quarto dichiara di non informarsi per mancanza di fiducia. Questa argomentazione riguarda anche il 26% delle persone che non si informano di politica nel Nord-est. Il 73% delle donne del Sud non si informa di politica per mancanza di interesse e il 24,8% per sfiducia. La sfiducia verso la politica ha, comunque, un discreto rilievo anche tra le donne del Nord-est che non si informano di politica (26,4%), raggiungendo la quota massima tra le donne dell'Emilia-Romagna.

Infine, la ricerca testimonia come sia la televisione è il canale di informazione che in assoluto viene utilizzato di più (93,5%). Seguono i quotidiani (49,9%), la radio (31,2%), le discussioni con amici (24,9%), con parenti (18,8%) e con i colleghi di lavoro (15,4%), la lettura di settimanali (11,3%), i conoscenti (10,4%), altre riviste non settimanali (3,6%) e altri canali (2,8%). Il ricorso a organizzazioni politiche (1,8%) e sindacali (1,7%) si colloca in fondo alla graduatoria.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/03/08/visualizza_new.html_1731147407.html


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