06 marzo 2010

La Russa:"Dopo il dl il Tar del Lazio non può darci torto"

"E' una norma interpretativa per coprire i vuoti di legge"

di: Germano Milite

ROMA - "Non si poteva per un timbro impedire il voto di nove milioni di italiani: sarebbe stata una pretesa da Unione Sovietica"; è questo uno dei pensieri espressi da Ignazio La Russa sul Corriere della Serra a seguito del dl varato dal governo. "Non potevamo (aspettare): questo decreto serve al Tar per decidere meglio. Ora è impossibile che ci dia torto"; ha poi osservato il ministro della Difesa.
La Russa analizza sinteticamente la rapidissima approvazione del decreto legge pensato dalla maggioranza per rendere possibile l'approvazione delle tanto discusse liste. "Volevamo un decreto innovativo ma abbiamo capito che non c'era il gradimento del capo dello Stato" e così "abbiamo fatto una norma interpretativa per coprire i vuoti di legge".

Per spiegarsi meglio ai più scettici (ed ai più indignati) il ministro prende in analisi una casualità specifica:" A Roma, per esempio, se chi viene a presentare le liste trova occupata la cancelleria, che succede? La legge non lo regolamenta". In effetti, questo disegno di legge interpretativo voluto dal governo conserva tra le sue pagine sul serio qualcosa di rivoluzionario. A tal proposito potrebbero ad esempio colmarsi una miriade di altri vuoti normativi. Qualche esempio? E se mentre un cittadino corre all'ufficio competente per consegnare una domanda di partecipazione ad un concorso e trova troppi semafori rossi? La legge effettivamente non prevede questa evenienza. E se poi mentre è in fila gli viene fame e si allontana un attimo per una pizza e trova l'ufficio chiuso al suo ritorno? Nessuno lo tutela.

Stesso discorso vale per il pagamento della tasse universitarie, per quello delle multe ecc...il Pdl si è accorto in questi giorni che il sistema giudiziario italiano non prevede "l'imprevisto" e così ha deciso di agire in tal senso. E riguardo alla reazione di Antonio Di Pietro? La Russa è sicuro:"ha parlato senza neppure avere letto il testo, che noi abbiamo cambiato tre volte. E' la prova provata di un preconcetto. Di Pietro vuole le forze armate? Prima mi accusava di fare la marcia su Roma, ora forse il colpo di Stato lo vuole fare lui?" Parole di vivo ringraziamento sono invece rivolte Giorgio Napolitano; meritevole di aver dato il lasciapassare al decreto che si potrebbe rinominare "dell'imprevisto".

A queste punto è solo questione di ora: le liste, almeno nel Lazio, dovrebbero essere presto riammesse. In nome della "democrazia" le regole sulle quali dovrebbe fondarsi la democrazia stessa, potranno essere disattese. Ma attenzione alle eccezioni e ai precedenti che, come si sa, sono l'inizio della fine di ogni sistema fondato su delle leggi precise.


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