30 marzo 2010

Le amministrative in Piemonte.

di Simone Bellis

Terminato lo spoglio dei seggi appare chiaro un dato inequivocabile. Il Piemonte non ha un'identità ben definita.
La regione viene espugnata dal candidato leghista, ma per una differenza dello 0,4%.


Questo dato ci impedisce di definire il Piemonte come una regione allineata. Il punto su cui concentrarsi è l'analisi dei risultati odierni confrontati con quelli delle regionali precedenti, piuttosto che le europee.

Alle precedenti regionali Forza Italia più Alleanza Nazionale hanno ottenuto il 31,9 % dei voti, mentre i Democratici di Sinistra e Margherita insieme hanno accumulato il 30.5 %. I dati odierni mostrano rispettivamente il Partito della Libertà al 25,04 % e il Partito Democratico al 23,21 %. Contando anche le liste direttamente collegate alla Bresso si arriva a un 29,51 %.

Questi listini vanno conteggiati perché la priorità del votante è di sostenere il candidato governatore, e in ultima analisi sono captati da un membro del PD. Un dato interessante è che la coalizione ottiene più voti alle provinciali che alle regionali, mostrando così un calo della coalizione dello 0,64%, portanto quindi il PD regionale a un 28,87 %.

Questi dati ci mostrano innanzi tutto un calo effettivo dei partiti di maggioranza, soprattutto del PDL, ma il dato più curioso è che la Bresso ha ottenuto come candidato meno voti della propria coalizione, evidenziando così un errore da parte del partito nella scelta della leadership.

Italia dei Valori vede aumentare i propri consensi dall' 1,5 % al 6,89 %, un aumento drastico ma ancora non si può dire che diventi una forza maggioritaria.

Il vero protagonista di queste elezioni regionali è stata la Lega Nord. Da un 8,5 % passa al 16,74 %, arrivando al 19,96 % contanto i listini direttamente collegati al candidato leghista. Considerando i voti ottenuti dal solo candidato si arriva a un totale di 20,3 % (+0,34 %).

Con oggettività si può osservare che la Lega ha più che raddoppiato i propri consensi, arrivando pericolosamente vicino al proprio alleato, i cui leader infatti mostrano nervosismo nel tentare di negare una condizione evidente.

La differenza tra i due candidati è evidente. La campagna elettorale è stata anomala, per motivi che tutti conosciamo, ma la Bresso ha fatto la differenza in negativo, costando di fatto la vittoria del proprio schieramento, portando il proprio schieramento, in vantaggio alle provinciali, sotto di 0,42 % alle regionali.

La reale novità di queste regionali in Piemonte è il fenomeno del Movimento a Cinque Stelle. La lista piemontese totalizza un 4,08 % (3,66 % alle provinciali), superando così lo sbarramento e conquistando due seggi.

Il tutto è stato ottenuto con evidenti deficit di risorse e mediatici, e ci aiuta a capire quanto può essere importante internet in una campagna elettorale, tenendo presente che sicuramente molti elettori avranno preferito continuare a votare "sul sicuro", una sorta di muro che tutti i partiti nascenti devono cercare di sfondare. Da notare anche lo 0,69 % eroso dalla lista civetta "I Grilli Parlanti No Euro".

Molti, Bresso inclusa, hanno indicato il Movimento a Cinque Stelle (MCS) come uno dei responsabili della sconfitta della coalizione di centro sinistra. Da un punto di vista meramente matematico potrebbe anche essere vero (ma non certo), mentre da un punto di vista politico questa affermazione non ha alcun senso. Anche ammettendo un'erosione di voti del centro sinistra da parte del MCS, la colpa politica è appunto di chi ha perso quei voti.

E' assurdo attribuire le colpe di una propria sconfitta ai concorrenti, dato che sono lì apposta. Pretendere la "non partecipazione" di qualcuno per assicurarsi la vittoria è un discorso privo di senso nell'ambito della competizione democratica.
Tirando le somme il centro sinistra incassa una sconfitta poco dignitosa, sia per il modo in cui se la sono praticamente cercata, sia per come viene accolta.

Il centro destra si fregia invece di una vittoria assai risicata. La Lega Nord può certamente cantare vittoria, mentre il PDL sperimenta un clamoroso declino, e questo successo deriva più dagli errori degli avversari che dai propri meriti.

In definitiva il Piemonte ha visto una brutta campagna elettorale, con i candidati degli schieramenti di maggioranza poco presenti e propositivi. Tra chi addossa le proprie colpe a terzi e chi si atteggia a gran vincitore con uno scarto decimale il dopo elezioni non offre uno spettacolo granché migliore.

Ora non resta che aspettare di vedere lo svolgersi degli eventi. Come gestirà la Lega la propria vittoria, cosa imparerà il centro sinistra dalla propria sconfitta. In un angolino il MCS, che dovrà dimostrare ai propri elettori che il loro voto non è andato sprecato. Ragazzi senza un passato politico. All'estero si direbbe senza curriculum, in Italia significa senza "scheletri nell'armadio". Godono dell'indubbio vantaggio di non aver nulla da farsi criticare, ora su di loro grava il peso degli scontenti del centro sinistra e delle aspettative di chi li ha votati.


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